Ferri Group

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Spunti, idee e novità per gli esperti della carne

 

Oggi ti parlo della moda, se così possiamo chiamarla, più importante del momento per chi lavora in macelleria.

Sto parlando del trend del BBQ.

Chi si appassiona al BBQ non va in supermercato a prendere le prime costine che trova a basso prezzo, perché vuole essere certo di acquistare una carne che si esalti con la cottura e che sia quindi eccellente.

Quali caratteristiche deve avere questa carne? Deve avere un’alta qualità del grasso.

Ti svelo un segreto: il gusto eccezionale di Tigrinto è dovuto anche all’elevatissima qualità del suo grasso, che lo rende perfetto sia per una braciola cotta ai ferri che per le cotture lente al BBQ.

Prova subito Tigrinto per conquistare i tuoi clienti! Ti offriamo dei voucher prova pensati per le macellerie che vogliono promuovere un consumo di carne più virtuoso ed etico, in linea con quanto richiesto dal consumatore di oggi.

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Oggi ti voglio parlare del cliente tipo della tua macelleria, vale a dire il consumatore di carne italiano.

Conoscerlo meglio ti permetterà infatti di sapere cosa offrire nella tua macelleria per attirare più clienti.

Gli italiani sono propensi a spendere di più per la carne a patto di essere sicuri di acquistare un prodotto di alta qualità. E non solo quando mangiano al ristorante, ma anche quando cucinano a casa!

Ecco quindi quello che devi offrire ai tuoi clienti per spingerli all’acquisto:

  • una carne che provenga da una filiera corta ed etica, che faccia cioè attenzione al benessere animale e alla sostenibilità;
  • una carne certificata, che faccia sentire sicuro chi la mangia;
  • una carne dal gusto eccellente, perché chi decide di spendere per acquistarla vuole una gratificazione, cioè vuole godersi al massimo quello che mangia.

Solitamente queste caratteristiche che ti ho appena elencato vengono associate alla carne di manzo, ma oggi non è solo così: questi sono vantaggi che può offrire anche la carne di maiale firmata Tigrinto.

Infatti Tigrinto nasce da un progetto che combina benessere animale, sostenibilità ambientale e alimentazione equilibrata.

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Oggi cerchiamo di affrontare una questione complessa: la sempre maggiore diffusione di diete “meatless”.

Innanzitutto, sai cosa significa questo termine? Vuol dire “senza carne”, e si usa per identificare per esempio le diete vegetariana e vegana.

Come sai benissimo, la carne negli ultimi anni è stata sempre più messa sotto accusa per l’impatto che l’allevamento intensivo ha sul benessere degli animali e sulla salute del pianeta. E questo ha portato molte persone a scegliere di non consumare più carne per motivi etici. Queste persone sono dei consumatori attenti sia al benessere animale che all’impatto ambientale delle loro scelte.

Quindi se non mangiano carne non è perché non la apprezzano, ma perché sono contrarie a come viene prodotta.

Che cosa proporre a un cliente che cerca della carne prodotta in modo etico e sostenibile? La nostra risposta è, ovviamente, Tigrinto.

Infatti Tigrinto nasce da un progetto che combina benessere animale, sostenibilità ambientale e alimentazione equilibrata.

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Mangiamo ancora carne come i nostri nonni? Assolutamente no. Anzi, a voler essere davvero precisi potremmo dire che non mangiamo più carne nemmeno come i nostri fratelli maggiori. Il mercato della macelleria negli ultimi anni sta attraversando una vera e propria rivoluzione che va sempre più veloce e che interessa la grande maggioranza dei consumatori italiani. Diamo un occhio più da vicino ad alcune delle principali tendenze.

La figura del macellaio è sempre più importante

Com’è possibile orientarsi in un mercato nel quale ci sono spesso notizie allarmanti che si riferiscono alla salute di chi consuma carne, e nel quale chi vuole mangiare bene è disposto anche a pagare di più pur di essere sicuro della qualità di quello che mette nel piatto?
La risposta a questa domanda, fortunatamente è nella riscoperta del valore della professionalità: la figura del macellaio oggi assume una nuova importanza agli occhi di chi acquista carne.

Il macellaio infatti non è più solo visto come commerciante ma come vero e proprio consulente, che è in grado di dare un valore aggiunto insostituibile al prodotto che propone. L’esperienza del macellaio e il suo know-how, che gli permettono di consigliare al meglio il suo pubblico, oggi vengono sempre più riconosciuti dai clienti. Per questo chi cerca la qualità non si serve a un banco che offre solo preconfezionato ma preferisce rivolgersi al banco assistito, per farsi spiegare cosa contraddistingue i tagli che vede esposti e anche per farsi consigliare come gustarli al meglio.

Se hai una macelleria, non sottovalutare l’importanza dell’allestimento del tuo banco e dei tuoi consigli: sono un plus importante per i consumatori più attenti di oggi.

Le proprietà organolettiche della carne sono anche più importanti del prezzo

I consumatori che si rivolgono alla macelleria per l’acquisto della loro carne non sono alla ricerca di un prezzo stracciato ma di un prodotto che sappia offrire loro un’esperienza di degustazione appagante.

Questa si ottiene quando la carne ha delle proprietà organolettiche di elevatissimo livello. Cosa sono queste proprietà? Secondo Wikipedia, sono “l’insieme delle caratteristiche chimico-fisiche di un alimento percepite dagli organi di senso (olfatto, vista, gusto, tatto) e che nel complesso suscitano nell’individuo reazioni emotive più o meno intense”. Si tratta quindi di variabili altamente soggettive, dalle quali però dipendono la soddisfazione, il piacere o anche la delusione che si prova quando si gusta un alimento. In breve, di fronte a una braciola di suino ben cotta alla griglia, inizialmente la si valuta con la vista per capire quanto sia appetitosa, poi le sue caratteristiche chimiche consentono di apprezzarne il sapore e l’odore. Infine, la componente tattile è racchiusa nelle caratteristiche che si rilevano alla masticazione, come la croccantezza, la tenerezza e la compattezza.

Soprattutto se si acquista un taglio di carne da cucinare in modo particolare, magari con una cottura lenta o al BBQ, le caratteristiche organolettiche vengono sempre più analizzate con attenzione e tenute in considerazione dal consumatore. Sui social abbondano gli influencer che si definiscono “meat lovers” e che raccontano le loro ricette facendo leva sulla degustazione e sull’esperienza che può offrire una carne di qualità cotta alla maniera giusta. Chi entra nella tua macelleria vuole che ogni suo piatto sia degno di una recensione entusiastica come quelle che vede su Instagram o su TikTok.

Sostenibilità come valore

Mangiare carne oggi è una scelta che comporta anche delle implicazioni etiche per molte persone. Per questo è sempre più importante, per chi decide di avere una dieta che comprende anche la carne, rivolgersi a una filiera in grado di garantire la massima attenzione per il benessere animale.

Tra le carni, sicuramente quella di suino paga il prezzo di una “pubblicità” fortemente negativa, che arriva da molte immagini di allevamenti degradati apparse su diversi mezzi d’informazione. Queste immagini mettono i consumatori in guardia anche relativamente alla sicurezza di questo tipo di carni, provenienti da strutture in cui l’animale viene gestito senza alcune attenzione per le sue esigenze.

Oggi, però, esistono delle alternative in grado di combinare benessere animale, sostenibilità ambientale e proprietà nutritive eccellenti in un unico prodotto: stiamo parlando del maiale Tigrinto, un progetto di allevamento unico.

Nato dall’esperienza di Ferri Group, Tigrinto è un suino diverso da tutti gli altri. Viene allevato al pascolo, quindi in un ambiente nel quale può muoversi liberamente ma nel quale la sua salute e il suo benessere sono attentamente monitorati, e viene nutrito con una dieta unica, elaborata in esclusiva in collaborazione con esperti delle Università di Pisa e di Bologna per offrire a ogni suino un corretto apporto di Omega 3 vegetali. I pascoli Tigrinto, inoltre, vengono gestiti a rotazione per fare in modo che i suini non calpestino ininterrottamente il manto erboso, rendendolo sterile.

Un suino come Tigrinto offre quello che i consumatori più attenti ricercano nella tua macelleria: proprietà organolettiche eccellenti e impegno concreto per la sostenibilità della sua filiera. Inoltre permette di esprimere al meglio la professionalità del macellaio, con i consigli e le spiegazioni opportuni a mettere in luce le caratteristiche uniche di questa carne.

Sorprendi i tuoi clienti con un’esperienza di gusto che non hanno ancora provato: prova l’eccellenza di Tigrinto con i voucher prova che ti faranno vendere meglio e di più. 

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Come ti sarai sicuramente accorto la carne frollata sta vivendo un momento di successo: se fino a qualche anno fa i consumatori guardavano con sospetto questa pratica, oggi è cambiato il modo di concepire la carne e si è compreso il valore di questo processo.

Visto il trend del mercato voglio raccontarti che anche la carne di maiale può essere messa in frollatura; infatti, i tagli di Tigrinto più pregiati sono perfetti per il dry aging e anche per l’esposizione in macelleria.

Tigrinto è il suino che i tuoi clienti non troveranno in supermercato e che li spingerà ad acquistare da te.

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La carne di suino spesso è penalizzata da alcuni pregiudizi diffusi che faticano ad essere superati. Anche tu ti sei sentito dire dai tuoi clienti frasi come “Ah no, il maiale non lo voglio perché ho letto online che…” oppure “Sanno tutti che il maiale non fa bene perché…”? Molto probabilmente sì.

Purtroppo questi pregiudizi sono il retaggio di:
– la diffusione di immagini e storie orribili online relative agli allevamenti intensivi, che magari provengono dall’altro lato del mondo ma che inducono le persone a pensare che tutti i maiali vengano allevati in quel modo
– una conoscenza ancora approssimativa del pubblico relativamente alle proprietà nutrizionali del suino, che lo collega solo a cibi grassi e inadatti a una dieta sana.

Vediamo assieme tre pregiudizi particolarmente diffusi sulla carne di maiale e perché sono errati.

1. La carne di maiale è asciutta e stopposa > NO!

Questo può avvenire solo se l’animale ha subito forti stress. Quindi se non è stato allevato secondo i crismi del benessere animale, se non ha avuto abbastanza spazio se non ha avuto modo di distrarsi e quindi non è riuscito ad esprimere liberamente i suoi comportamenti. Infatti il forte stress causa un’ampia produzione di cortisolo, il quale può ridurre la capacità da parte del muscolo di trattenere liquidi portando a una perdita di umidità in fase di macellazione e lavorazione della carne. E di conseguenza avremo una carne più secca e meno tenera.

Quando però si sceglie un suino che è stato allevato con attenzione al suo stato di salute, in un ambiente pensato per consentirgli di muoversi in base alle sue necessità e con un’alimentazione studiata per fornirgli tutti i nutrienti adeguati alla sua specie e al suo benessere, allora le cose cambiano.

La carne sarà più tenera perché l’animale non subirà forti stress durante la sua crescita e in più grazie ad un’alimentazione curata nel dettaglio come la nostra, avrà più grassi polinsaturi e quindi non sarà duro e dal sapore sgradevole, ma si scioglierà in cottura dando più gusto alla carne, che sarà uniformemente marezzata. Questo grazie al fatto che l’animale si mantiene in movimento, cosa che favorisce una distribuzione armonica della massa grassa, e alla sua dieta, che si riflette nel suo sapore.

2. La carne di maiale ha proprietà nutritive scadenti > NO!

È un’affermazione sbagliata, eppure ci sono ancora moltissime persone che la pensano così.

Quella del suino in realtà è fra le carni a contenuto di colesterolo più basso. La composizione in acidi grassi dei lipidi di questa carne manifesta un rapporto fra acidi grassi saturi, monoinsaturi e polinsaturi a favore di questi ultimi due. Cosa significa? Che le frazioni di grasso dei suini sono pressoché prive di colesterolo.

Ma non è tutto: hanno anche una percentuale di acido oleico che tocca il 40%. Gli oli ricchi di acido oleico come quello d’oliva sviluppano in cottura una quantità inferiore ad altri oli di composti nocivi per la salute umana.

3. La carne di maiale non ha un buon sapore > NO!

Certo, i gusti sono gusti ed è impossibile trovare un sapore che piaccia indistintamente a tutte le persone, ma l’esperienza gustativa che può dare la carne di maiale è eccellente, a patto di scegliere il suino giusto da portare in tavola.

Come tutte le carni, per dare il suo meglio deve essere cucinata con attenzione: se si prepara una braciola ai ferri, va evitato di punzecchiarla o si perderanno tutti i suoi liquidi, mentre se si prepara un arrosto non si deve avere fretta oppure non si consentirà al grasso della marezzatura di sciogliersi uniformemente e di insaporire il piatto.

Ma anche il cuoco più attento difficilmente potrà “salvare” una carne di scarsa qualità. Quando invece si sceglie un suino allevato e nutrito con attenzione al suo benessere e con una filiera controllata, allora si può rimanere sorpresi dal sapore dei propri piatti. È quello che accade con Tigrinto: spesso le persone si dicono “Ma è davvero maiale? Non avevo mai provato un gusto così!”.

La qualità di Tigrinto non nasce per caso: è un progetto di allevamento e gestione della filiera della carne di suino che rivaluta le proprietà nutrizionali del prodotto con un approccio orientato alla sostenibilità.

Tigrinto è un maiale unico, allevato al pascolo per garantirgli movimento e sicurezza e nutrito con una dieta ricca di Omega 3 vegetali elaborata in collaborazione con la Società Italiana di Biologia Sperimentale e il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna. Solo i maiali Tigrinto vengono nutriti così.

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Oggi parliamo di carne ma anche un po’ di marketing perché come già saprai per vendere di più è necessario conoscere a fondo i propri clienti o potenziali clienti.

Che cosa si aspetta oggi il consumatore di una macelleria? Che cosa desidera trovare nel banco ogni giorno?

Se vuoi stupire i tuoi clienti con una carne di suino dai valori nutrizionali eccellenti, frutto di una filiera attenta al benessere animale e all’impatto sul territorio, prova la nostra carne di suino Tigrinto.

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Gli italiani amano grigliare? Assolutamente sì, e sempre di più all’americana, vale a dire con il BBQ. Secondo delle indagini Gfk e Greenretail, dopo il 2020 questo mercato ha avuto una vera e propria impennata: le vendite durante la pandemia sono salite del +13% arrivando a toccare punte del +80% in alcuni mesi.

Che si sia acquistato un BBQ costosissimo o che si sia optato per una soluzione più economica, la variabile fondamentale per essere certi di ottenere una carne grigliata a regola d’arte è sempre la stessa: la qualità della materia prima, che deve essere eccellente.

La “moda” del BBQ ha acceso l’interesse dei consumatori anche verso la carne di suino, rendendo alcuni tagli dei veri e propri must. Le costine per preparare le gustose ribs laccate o la coppa da cui si crea il morbido pulled pork sono richiestissimi dagli appassionati di BBQ, un pubblico che è composto in gran parte da veri e propri meat lovers, che si informano sulla qualità di quello che comprano e che esigono il meglio per le proprie preparazioni. D’altra parte, questo tipo di cucina richiede spesso cotture lunghe a bassa temperatura, e nessuno vorrebbe passare delle ore a cucinare una carne scadente per avere un risultato deludente!

Suino e BBQ: le qualità da ricercare

Per dare il suo meglio nelle cotture lunghe, la carne di suino deve essere uniformemente marezzata. Questo assicura che il grasso si sciolga in modo omogeneo, andando ad insaporire ogni boccone.

Oltre a questo, è fondamentale che la qualità del grasso di suino sia eccellente. Una carne di bassa qualità, derivata da allevamenti intensivi, mediamente presenta un grasso duro, che non si scioglie in cottura e che ha un sapore sgradevole. Questo è dovuto all’alimentazione riservata al suino: se viene nutrito con scarti industriali che non contengono i principi nutritivi più adatti a lui ma che servono solo a farlo ingrassare, questo avrà un riflesso diretto sulla consistenza e sul sapore delle sue carni.

Stessa cosa dicasi per la distribuzione del grasso. Se l’animale è impossibilitato a muoversi e ad esercitarsi, questo avrà effetto sulla marezzatura.

In generale quindi il suino migliore da mettere sul barbecue deve essere stato allevato con un’attenzione spiccata per il suo benessere, che metta in primo piano la sua necessità di muoversi liberamente e l’esigenza di un’alimentazione adeguata alla sua specie.

Frollare si può!

Oltre alle costine e alla coppa di cui abbiamo parlato in precedenza, anche le costate di suino sono un taglio che ben si presta alla cottura al BBQ. Un segreto per assicurarsi un sapore intenso e una tenerezza superiore è quello di scegliere delle costate di qualità e frollate. Questo processo, infatti, è conosciuto per il manzo ma meno noto per il suino, eppure è possibile frollare anche la carne di maiale! Circa 96 ore di frollatura possono portare questo prodotto a un punto di maturazione ottimo, aumentando i suoi succhi e la sua tenerezza.

È addirittura possibile frollare a secco alcuni tagli per diverse settimane: il dry aging è indicato per le braciole di qualità superiore con osso, che dopo questo “trattamento” risulteranno ancora più gustose e compatte.

Il maiale perfetto per il BBQ

Ricapitolando, un maiale che assicuri una qualità uniforme delle proprie carni, un grasso buono da mangiare e una filiera controllata e rispettosa del suo benessere è l’ideale per un BBQ eccellente.

Esiste un maiale così? Oggi, finalmente, sì: è Tigrinto, un innovativo progetto che si basa sulla sostenibilità della filiera e sulla ricerca scientifica.

Tigrinto è infatti allevato al pascolo, libero quindi di muoversi ma in un ambiente controllato per la sua massima sicurezza, e nutrito con una dieta elaborata specificamente per lui in collaborazione con le Università di Pisa e Bologna. Si tratta di un’alimentazione ricca di Omega 3 vegetali, i “grassi buoni” che contribuiscono al benessere dell’animale.

I tagli di Tigrinto hanno una qualità uniforme, e sono perfetti anche per la frollatura. La Bistonia, la costata con osso di Tigrinto, è infatti eccellente per il dry aging.

Vuoi attirare nella tua macelleria i cultori del BBQ, che sono in aumento in Italia e sempre alla ricerca delle carni migliori per le loro ricette?

Stupiscili con un suino diverso da tutto quello che hanno provato finora: offri loro Tigrinto. Oggi puoi scoprire la sua qualità unica con i voucher prova che noi di Ferri Group abbiamo pensato per farti vendere meglio e di più. 

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Siamo fieri di poter dire che Tigrinto è unico e ora ti spiego perché in tre semplici punti.

Provare per credere: prova subito il nostro maiale Tigrinto! Ti offriamo dei voucher prova pensati per farti vendere meglio e di più. 

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Il termine frollatura è entrato sempre più nell’uso comune degli appassionati di carne: è una pratica, infatti, che consente di far “maturare” le carni attraverso delle tecniche precise. Il suo risultato è una maggiore morbidezza, ma anche un gusto più intenso per i tagli ai quali viene applicata.

Sicuramente i tuoi clienti più esperti sanno che la carne di manzo, in particolare alcuni tagli specifici, si prestano benissimo a venire frollati per esaltarne il sapore e la tenerezza. Ma ti hanno mai chiesto se sia possibile frollare anche la carne di suino? La risposta è sì, e il risultato è sorprendente! Ma non tutte le carni di maiale si prestano alla frollatura…

Una carne “vittima” di false credenze

Facciamo prima di tutto un passo indietro. Ancora oggi esistono dei pregiudizi molto diffusi relativamente a una certa tipologia di carne di maiale: tanti consumatori evitano di comprarla perché pensano che la filiera del suino sia caratterizzata da una scarsa attenzione al benessere animale. Questo si traduce nell’impiego esasperato dell’allevamento intensivo, in un’alimentazione poco nutriente e inadeguata all’animale, nel disinteresse per le condizioni di salute del suino, che causa un uso inadeguato di antibiotici. Una carne prodotta in queste condizioni sarà stopposa, risulterà avere un grasso duro e quasi certamente anche un gusto non eccellente. Quindi non sarà adatta alla frollatura, perché una materia prima di scarsa qualità difficilmente verrà esaltata con questa pratica.

Le persone sono poco interessate alla carne di suino proprio perché pensano che tutti i prodotti a base di maiale che possono acquistare provengano da situazioni come quella appena descritta. Ma fortunatamente non è più così: oggi esistono realtà che hanno rivalutato la gestione dell’allevamento dei suini, introducendo delle pratiche innovative per difendere il benessere degli animali e, di conseguenza, ottenere un prodotto di qualità elevatissima.

Tigrinto ne è un esempio: si tratta di un progetto di allevamento e gestione della filiera della carne di suino che mette al centro il benessere animale e la sostenibilità, con l’obiettivo di offrire un prodotto in armonia con l’ambiente e che stupisce per il suo gusto e la sua resa. Questo tipo di carne si presta in modo ottimale per la frollatura, proprio grazie alla sua elevatissima qualità.

Carne di maiale e frollatura

Come avviene la frollatura del maiale? Una frollatura di circa 96 ore consente a questa carne di arrivare a un ottimo punto di maturazione, rendendola più ricca di succhi e anche più tenera.

Questo vale per un’ampia gamma di tagli, ma ci sono anche delle parti più pregiate che possono arrivare a dare una soddisfazione ancora maggiore al palato del consumatore. Ad esempio la braciola con osso di Tigrinto, la succulenta Bistonia, si presta anche al dry aging. Grazie a questa pratica di frollatura a secco, che può durare diverse settimane e che viene eseguita in ambiente controllato, è possibile ottenere delle braciole compatte e gustosissime ed i grassi si esaltano in cottura. In questo modo si ricrederanno anche i più incalliti detrattori del suino, perché hanno ben poco da invidiare a una bistecca di manzo in termini di intensità del sapore e di tenerezza.

Inoltre una cella per il dry aging è anche un elemento d’arredo molto accattivante per le macellerie, perché consente ai professionisti di mettere in mostra un vero e proprio “caveau” con i loro pezzi migliori da proporre a un pubblico più attento ed esperto.

Perché dovresti provare a frollare e a vendere la carne di Tigrinto

Le persone che si interessano al proprio benessere non si accontentano di mangiare una carne qualunque ma cercano un prodotto che rispecchi la loro visione del mondo. Tigrinto è quel prodotto: una carne da maiali allevati al pascolo (quindi liberi di muoversi in un ambiente pensato appositamente per loro) e nutriti con una dieta ricca di Omega 3 vegetali, elaborata specificamente per loro.

La carne di Tigrinto è perfetta per la frollatura e il dry aging proprio in virtù della sua qualità, che la rende adatta anche alle lunghe cotture e al BBQ.

Avere Tigrinto nella tua macelleria ti consentirà di attirare i veri “cultori” della carne, quelli che scelgono solo il meglio. E che diranno a tutti i loro amici che il meglio si trova nel tuo negozio.

C’è anche un ulteriore vantaggio per te: ti offriamo dei voucher prova Tigrinto pensati per le macellerie che vogliono promuovere un consumo di carne più virtuoso ed etico.  

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L’attenzione verso la qualità di vita degli animali da allevamento non è solo una prerogativa di animalisti e vegetariani. Sempre più persone, infatti, sono consapevoli della necessità di garantire il massimo rispetto agli animali allevati per il consumo umano, sia per motivi etici che per la sicurezza di tutti: l’EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare istituita dall’UE, afferma sul suo sito web che “La sicurezza della filiera è direttamente connessa al benessere degli animali… dati gli stretti legami (tra)… salute degli animali e malattie di origine alimentare”.

Le voci che si levano in difesa del benessere animale sono molteplici e di diverso tipo, annoverando ad esempio l’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE), l’UE e anche, in Italia, Slow Food. La Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus ha infatti pubblicato un documento di posizione che si intitola Oltre il benessere: gli animali d’allevamento meritano rispetto, nel quale evidenzia le criticità dell’allevamento intensivo e presenta i vantaggi di un modello molto più attento alla qualità di vita dell’animale e all’impatto sull’uomo e sull’ambiente.

Questo modello di allevamento virtuoso è il pascolo.

La situazione del pianeta

Nel documento di Slow Food è presente una panoramica che chiarisce molto bene l’impatto dell’allevamento sulla Terra: in questo momento, il 60% dei mammiferi presenti sul nostro pianeta è composto dagli animali d’allevamento. Nel 2050 si stima che la popolazione mondiale avrà raggiunto i 9,6 milioni di persone, e che la domanda di carne salirà del 58%. Per i suini, si passerà dalle 100 tonnellate del 2005 a 143 tonnellate. Ecco spiegato, secondo il documento Slow Food, perché i Paesi si rivolgono sempre di più all’allevamento intensivo.

Qual è l’impatto dell’allevamento intensivo sul territorio e sulla salute?

Il rapporto FAO’s Work On Climate Change del 2018 dice che il sistema zootecnico produce a livello globale il 14,5% dei gas serra. Di questa percentuale, il 9% è legato all’allevamento suino. E c’è un tema che va tenuto particolarmente in considerazione: il 60% delle malattie infettive che emergono è composto da patologie trasmesse dall’animale all’uomo. Ci sono virus che si sviluppano nella fauna selvatica, e di mutazione in mutazione raggiungono l’uomo. Gli allevamenti intensivi, che ospitano tantissimi animali con un profilo genetico molto poco variabile, sono luoghi in cui potenzialmente questi virus possono diffondersi in modo molto rapido (secondo uno studio apparso sulla rivista Nature, Global trends in emerging infectious diseases).

Esiste un legame tra sostenibilità e benessere animale

L’Assemblea sull’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEA) ha approvato una risoluzione che riconosce il legame tra ambiente, sviluppo sostenibile e benessere degli animali. Sai qual è l’elemento chiave di ogni tipo di allevamento? Il suolo, da cui nascono erbe e fieno e del quale è fondamentale preservare fertilità e biodiversità.

Questo elemento è difeso e gestito con attenzione in un preciso tipo di allevamento: il pascolo. Questa pratica, sempre secondo il documento Slow Food, supporta la biodiversità e protegge la salute delle falde acquifere. Ma c’è un ma: nel mondo il terreno riservato al pascolo si è ridotto nell’ultimo secolo di circa 8 milioni di km2, mentre le produzioni animali sono cresciute.

Il pascolo ha un ruolo importante anche nel contrasto della crisi climatica, perché ci sono studi (come quello di Hopkins e Del Prado del 2007) che indicano che è in grado di favorire lo stoccaggio del carbonio nel suolo anche più delle foreste, e che non lo liberano. Grazie a questo effetto, i pascoli potrebbero addirittura compensare le emissioni prodotte dagli animali!

Il maiale allevato al pascolo

L’animale che si trova in un ambiente ricco di biodiversità recupera una facoltà importante, quella di scegliere. E la esercita, nel caso dei suini, grufolando liberamente e comportandosi in base alla propria natura e alla stagione. Gli animali d’allevamento sono infatti sociali, e la vita di gruppo per loro è un’esigenza, che in un pascolo gestito con attenzione può svolgersi in maniera armonica e serena, gratificando i suini e promuovendo per loro uno stile di vita più attivo e appagante. È possibile anche intrattenere gli animali con spruzzi d’acqua che li rinfrescano d’estate e creare per loro dei ripari naturali per l’inverno. L’allevatore inoltre contribuisce ad evitare le situazioni di conflitto, garantendo per tutti i suini l’accesso a una quantità di cibo e acqua sufficiente, oltre che alle aree in cui riposare e distrarsi.

Esistono suini allevati in questo modo in Italia? Certo: Tigrinto è un progetto d’allevamento innovativo e orientato al massimo benessere animale. Oltre ad essere allevato al pascolo, ogni maiale Tigrinto viene nutrito con una dieta elaborata appositamente per garantirgli un corretto apporto di Omega 3 vegetali.

Per questo le carni Tigrinto hanno un sapore e una compattezza difficili da eguagliare, e provengono da una filiera gestita con la massima attenzione alla sostenibilità.

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