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Come differenziare la tua macelleria da quella del supermercato

Vendere carne in Italia non è semplice. Eppure un’analisi dell’Istituto di ricerche socio-economiche Censis dice che il 96,5 % degli italiani la consuma regolarmente (45,9 %) o saltuariamente (50,6 %).

Nonostante questo dato, le macellerie stanno scomparendo un po’ ovunque. Le cause di questo fenomeno sono diverse e comprendono fattori come le nuove abitudini alimentari o la carenza di manodopera, ma sicuramente c’è una variabile che ha segnato la chiusura di moltissime botteghe: la concorrenza dei supermercati.

Questo tipo di negozio offre infatti degli orari e dei prezzi impossibili da battere o anche solo da eguagliare per una macelleria comune. Come si fa, quindi, a battere questo tipo di concorrenza completamente sbilanciata?

È necessario imparare a differenziare la propria macelleria da quella del supermercato, in modo che i clienti migliori siano motivati a venire in macelleria a comprare. Ecco alcuni consigli che renderanno il tuo negozio un punto di riferimento per chi vuole la carne migliore.

Offri un’esperienza appagante

Il vantaggio del supermercato sta tutto nella velocità con cui si possono trovare in poche decine di metri quadrati tantissime cose diverse. Quindi chi acquista la carne al supermercato è abituato a prendere delle vaschette già pronte da un banco frigo, molto spesso non servito. Non c’è nessuno a spiegare il prodotto e a dare indicazioni.

Sai cos’è la customer experience? È il modo in cui i clienti percepiscono i loro contatti con un’azienda, che comprende sia l’interazione diretta con il personale che l’acquisto in sé. In breve, una customer experience appagante è quella che fa dire al cliente “Sono soddisfatto di questo acquisto, lo rifarei e lo consiglierei ai miei amici”.

La tua macelleria, per differenziarsi da un supermercato, ha un’arma potentissima: puoi offrire ai tuoi clienti un’esperienza d’acquisto completamente diversa dai superstore e personalizzata.

Per farlo, inizia dando valore alla tua professionalità: offri consigli, spiega i tagli e indica come cucinarli per ottenere i migliori risultati. Farti percepire come un esperto autorevole ti consente di dare alle persone un motivo per scegliere la tua macelleria.

Allestisci il banco e non solo

Metti molta cura nella preparazione del banco. Innanzitutto, il fatto che non ci siano vaschette avvolte nella pellicola già è una differenza importante rispetto a quello che il cliente può vedere in supermercato. Ma non basta.

Devi mettere in primo piano i tuoi prodotti migliori per attirare già al primo sguardo la curiosità dei clienti. Non hai un banco molto grande? Puoi pensare di dotarti di una cella di frollatura e stagionatura: è uno strumento non solo utilissimo ma che dà un’atmosfera ricercata al tuo negozio, perché solitamente le vetrine per il dry aging contengono i tagli più pregiati.

Fai attenzione anche agli elementi di comunicazione che utilizzi: hai cartelli e cavalieri da banco che attirano l’attenzione e raccontano il prodotto? Sono un valido aiuto per spingere gli acquisti. Pensa di utilizzarli anche, ad esempio, alle spalle del banco, dove potresti avere dello spazio libero.

Proponi qualcosa che non si trova in supermercato

La tua professionalità e l’allestimento del banco sono fondamentali per convincere le persone ad acquistare da te. Ma per rendere i clienti davvero desiderosi di comprare nella tua macelleria e non altrove devi anche offrire qualcosa che non tutti hanno.

C’è una grossa fetta di consumatori che è disposta a pagare di più per avere la certezza di aggiudicarsi la carne migliore. Sono questi i clienti che devi conquistare per portare il business della tua macelleria a un livello superiore.

Cosa cercano questi clienti?

  • tagli ricercati
  • sicurezza
  • benessere animale
  • e ovviamente un sapore e una tenerezza fuori dal comune.

Vuoi sorprenderli e conquistarli? Allora è il momento di provare Tigrinto.

Tigrinto è un maiale unico: allevato al pascolo e con una dieta elaborata appositamente per lui in collaborazione con esperti delle Università di Pisa e di Bologna, ricca di Omega 3. La combinazione di dieta eccellente e allevamento sostenibile assicura una carne di qualità costante, con un rapporto grasso/magro che non cambia da un suino all’altro. E una qualità del grasso che la rende gustosa e digeribile come nessun’altra carne di maiale.

Noi di Ferri Group, grazie alla nostra solida esperienza di allevatori, abbiamo elaborato un sistema di allevamento in grado di assicurare degli standard unici di benessere animale. Per questo le nostre carni vengono scelte dalle migliori macellerie.

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Oggi ti parlo della moda, se così possiamo chiamarla, più importante del momento per chi lavora in macelleria.

Sto parlando del trend del BBQ.

Chi si appassiona al BBQ non va in supermercato a prendere le prime costine che trova a basso prezzo, perché vuole essere certo di acquistare una carne che si esalti con la cottura e che sia quindi eccellente.

Quali caratteristiche deve avere questa carne? Deve avere un’alta qualità del grasso.

Ti svelo un segreto: il gusto eccezionale di Tigrinto è dovuto anche all’elevatissima qualità del suo grasso, che lo rende perfetto sia per una braciola cotta ai ferri che per le cotture lente al BBQ.

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Oggi ti voglio parlare del cliente tipo della tua macelleria, vale a dire il consumatore di carne italiano.

Conoscerlo meglio ti permetterà infatti di sapere cosa offrire nella tua macelleria per attirare più clienti.

Gli italiani sono propensi a spendere di più per la carne a patto di essere sicuri di acquistare un prodotto di alta qualità. E non solo quando mangiano al ristorante, ma anche quando cucinano a casa!

Ecco quindi quello che devi offrire ai tuoi clienti per spingerli all’acquisto:

  • una carne che provenga da una filiera corta ed etica, che faccia cioè attenzione al benessere animale e alla sostenibilità;
  • una carne certificata, che faccia sentire sicuro chi la mangia;
  • una carne dal gusto eccellente, perché chi decide di spendere per acquistarla vuole una gratificazione, cioè vuole godersi al massimo quello che mangia.

Solitamente queste caratteristiche che ti ho appena elencato vengono associate alla carne di manzo, ma oggi non è solo così: questi sono vantaggi che può offrire anche la carne di maiale firmata Tigrinto.

Infatti Tigrinto nasce da un progetto che combina benessere animale, sostenibilità ambientale e alimentazione equilibrata.

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L’attenzione verso la qualità di vita degli animali da allevamento non è solo una prerogativa di animalisti e vegetariani. Sempre più persone, infatti, sono consapevoli della necessità di garantire il massimo rispetto agli animali allevati per il consumo umano, sia per motivi etici che per la sicurezza di tutti: l’EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare istituita dall’UE, afferma sul suo sito web che “La sicurezza della filiera è direttamente connessa al benessere degli animali… dati gli stretti legami (tra)… salute degli animali e malattie di origine alimentare”.

Le voci che si levano in difesa del benessere animale sono molteplici e di diverso tipo, annoverando ad esempio l’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE), l’UE e anche, in Italia, Slow Food. La Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus ha infatti pubblicato un documento di posizione che si intitola Oltre il benessere: gli animali d’allevamento meritano rispetto, nel quale evidenzia le criticità dell’allevamento intensivo e presenta i vantaggi di un modello molto più attento alla qualità di vita dell’animale e all’impatto sull’uomo e sull’ambiente.

Questo modello di allevamento virtuoso è il pascolo.

La situazione del pianeta

Nel documento di Slow Food è presente una panoramica che chiarisce molto bene l’impatto dell’allevamento sulla Terra: in questo momento, il 60% dei mammiferi presenti sul nostro pianeta è composto dagli animali d’allevamento. Nel 2050 si stima che la popolazione mondiale avrà raggiunto i 9,6 milioni di persone, e che la domanda di carne salirà del 58%. Per i suini, si passerà dalle 100 tonnellate del 2005 a 143 tonnellate. Ecco spiegato, secondo il documento Slow Food, perché i Paesi si rivolgono sempre di più all’allevamento intensivo.

Qual è l’impatto dell’allevamento intensivo sul territorio e sulla salute?

Il rapporto FAO’s Work On Climate Change del 2018 dice che il sistema zootecnico produce a livello globale il 14,5% dei gas serra. Di questa percentuale, il 9% è legato all’allevamento suino. E c’è un tema che va tenuto particolarmente in considerazione: il 60% delle malattie infettive che emergono è composto da patologie trasmesse dall’animale all’uomo. Ci sono virus che si sviluppano nella fauna selvatica, e di mutazione in mutazione raggiungono l’uomo. Gli allevamenti intensivi, che ospitano tantissimi animali con un profilo genetico molto poco variabile, sono luoghi in cui potenzialmente questi virus possono diffondersi in modo molto rapido (secondo uno studio apparso sulla rivista Nature, Global trends in emerging infectious diseases).

Esiste un legame tra sostenibilità e benessere animale

L’Assemblea sull’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEA) ha approvato una risoluzione che riconosce il legame tra ambiente, sviluppo sostenibile e benessere degli animali. Sai qual è l’elemento chiave di ogni tipo di allevamento? Il suolo, da cui nascono erbe e fieno e del quale è fondamentale preservare fertilità e biodiversità.

Questo elemento è difeso e gestito con attenzione in un preciso tipo di allevamento: il pascolo. Questa pratica, sempre secondo il documento Slow Food, supporta la biodiversità e protegge la salute delle falde acquifere. Ma c’è un ma: nel mondo il terreno riservato al pascolo si è ridotto nell’ultimo secolo di circa 8 milioni di km2, mentre le produzioni animali sono cresciute.

Il pascolo ha un ruolo importante anche nel contrasto della crisi climatica, perché ci sono studi (come quello di Hopkins e Del Prado del 2007) che indicano che è in grado di favorire lo stoccaggio del carbonio nel suolo anche più delle foreste, e che non lo liberano. Grazie a questo effetto, i pascoli potrebbero addirittura compensare le emissioni prodotte dagli animali!

Il maiale allevato al pascolo

L’animale che si trova in un ambiente ricco di biodiversità recupera una facoltà importante, quella di scegliere. E la esercita, nel caso dei suini, grufolando liberamente e comportandosi in base alla propria natura e alla stagione. Gli animali d’allevamento sono infatti sociali, e la vita di gruppo per loro è un’esigenza, che in un pascolo gestito con attenzione può svolgersi in maniera armonica e serena, gratificando i suini e promuovendo per loro uno stile di vita più attivo e appagante. È possibile anche intrattenere gli animali con spruzzi d’acqua che li rinfrescano d’estate e creare per loro dei ripari naturali per l’inverno. L’allevatore inoltre contribuisce ad evitare le situazioni di conflitto, garantendo per tutti i suini l’accesso a una quantità di cibo e acqua sufficiente, oltre che alle aree in cui riposare e distrarsi.

Esistono suini allevati in questo modo in Italia? Certo: Tigrinto è un progetto d’allevamento innovativo e orientato al massimo benessere animale. Oltre ad essere allevato al pascolo, ogni maiale Tigrinto viene nutrito con una dieta elaborata appositamente per garantirgli un corretto apporto di Omega 3 vegetali.

Per questo le carni Tigrinto hanno un sapore e una compattezza difficili da eguagliare, e provengono da una filiera gestita con la massima attenzione alla sostenibilità.

Prova subito Tigrinto per sentire anche tu la differenza: ti offriamo dei voucher prova pensati per le macellerie che vogliono promuovere un consumo di carne più virtuoso ed etico.  

Scopri come vendere più maiale
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