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Spunti, idee e novità per gli esperti della carne

 

La carne di suino fa male alla salute? È un’affermazione profondamente sbagliata, eppure ci sono ancora moltissime persone che identificano questo tipo di carne con una filiera che prevede:

  • scarsa attenzione al benessere animale
  • allevamenti intensivi in cui i maiali vengono alimentati con scarti di produzione industriale e vivono in condizioni miserevoli
  • un elevato utilizzo di antibiotici per mantenere gli animali quanto più possibile in salute nelle suddette condizioni di vita
  • carni stoppose e grasse
  • un grasso duro, che non si scioglie in cottura, difficile da masticare e dal gusto persino sgradevole

Chi mangerebbe volentieri una carne così? Nessuno.
Ma non tutte le carni di suino, fortunatamente, sono di questo tipo. Ne esistono alcune in grado di ribaltare completamente i pregiudizi che da sempre gravano sulla filiera del suino, garantendo al consumatore gusto, sicurezza e benessere animale.

È il caso di Tigrinto, un innovativo progetto di allevamento e gestione della filiera della carne di suino pensato appositamente per rivalutare le proprietà nutrizionali di questo prodotto con un approccio orientato alla sostenibilità.

Alcune proprietà sorprendenti della carne di maiale Tigrinto

Quella del maiale è una fra le carni a contenuto di colesterolo più basso. La composizione in acidi grassi dei lipidi componenti le varie parti del suino manifesta un rapporto fra acidi grassi saturi, monoinsaturi e polinsaturi a favore di questi ultimi due.

La composizione del grasso di Tigrinto fa sì che quando questo si scioglie in cottura conferisca alla carne un sapore intenso e rotondo e la renda estremamente digeribile.

Quanto conta la filiera?

Una filiera controllata è sicuramente un vantaggio per l’animale, ma ha anche una ricaduta diretta sulla resa delle carni. La modalità di allevamento al pascolo di Tigrinto è stata elaborata per evitare le condizioni di stress e infiammazione che possono avere riflessi sulla carne, a partire dallo svezzamento precoce e dalle consuetudini che hanno effetto sulle principali funzioni intestinali dell’animale.
Il maiale Tigrinto ha spazi per grufolare liberamente, mangia in modo adeguato alle sue esigenze e viene allevato tra arricchimenti ambientali studiati per incuriosirlo e mantenerlo attivo e sereno, in un ambiente controllato per prevenire stress e malattie.

Inoltre, questo metodo di allevamento viene abbinato a una dieta ricca di Omega 3 vegetali, studiata in collaborazione con la Società Italiana di Biologia Sperimentale e il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna.

Ecco perché Tigrinto è un maiale unico: noi di Ferri Group abbiamo messo tutta la nostra solida esperienza di allevatori in questo progetto, per questo abbiamo elaborato un sistema in grado di assicurare degli standard unici di benessere animale e, di conseguenza, una qualità della carne sorprendente.

Prova subito Tigrinto per sentire la differenza! Ti offriamo dei voucher prova pensati per le macellerie che vogliono promuovere un consumo di carne più virtuoso ed etico.  

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È da qualche mese che si sente parlare di un allevamento intensivo di suini in Cina: sui media sono circolate delle immagini che hanno creato sconcerto tra le persone.

Sembra incredibile che un palazzo di ben 26 piani possa ospitare fino a 600 mila maiali; solo vedendo le immagini tutti ci siamo fatti alcune domande:

come funzionerà questa specie di “fabbrica degli animali”?
che cosa significa allevamento “super intensivo”?
questa carne arriverà anche in Italia?
Quali impatti avrà sulla nostra salute?

Il rischio è che, vedendo le immagini che sono circolate sul web, unite alla disinformazione sull’argomento, i consumatori possano diventare o siano già diventati diffidenti nei confronti della carne di maiale.

Sempre di più i tuoi clienti vorranno sapere da dove proviene la carne che stanno per acquistare, di cosa si sono nutriti gli animali e come sono stati allevati. Sono domande più che legittime dal momento che ciò che mangiamo influisce sul nostro benessere e sulla nostra salute.

Pertanto, una macelleria di un certo livello si distingue se è in grado di fornire queste informazioni ai propri clienti e di offrire una valida alternativa rispettosa del benessere animale e della sostenibilità ambientale.

Le alternative agli allevamenti intensivi

Partiamo, quindi, da un presupposto: esistono delle alternative al modello cinese. Stiamo parlando di allevamenti che prestano la dovuta attenzione al benessere animale e che mettono al primo posto la salute del bestiame.
Due esempi di questo tipo di filosofia sono l’allevamento al pascolo e allo stato brado, di cui ultimamente si sente molto parlare.

Ma quali sono le differenze tra questi due “metodi” di allevamento e come influiscono sulla qualità della carne?

1.       Lo stato brado

Lo stato brado non prevede una vera e propria gestione dell’animale, infatti i maiali vengono lasciati in totale libertà; se apparentemente questa soluzione appare rispettosa dell’animale e forse più “poetica” nell’immaginario comune, bisogna però pensare a tutti i rischi a cui potrebbero essere esposti i maiali.

Infatti, gli animali, se non gestiti, non hanno modo di proteggersi dal freddo o dai vari agenti atmosferici, rischiando quindi di ammalarsi ed essere esposti paradossalmente a maggiori stress.

Questo influisce in maniera importante sulla qualità della carne, pertanto in un allevamento allo stato brado potrebbe esserci più difformità nella qualità della carne. 

Gli animali che crescono allo stato brado tendono a grufolare in modo incontrollato finendo per radere completamente il suolo. Questo sistema è poco rispettoso dell’ambiente e alla lunga comporta dei rischi a livello idrogeologico.

2.       Il pascolo

I pastori portano al pascolo gli animali che possono così muoversi, grufolare e sentirsi liberi; il branco è sempre gestito in modo che, in caso di mal tempo, il pastore lo sposti all’interno.

Al pascolo ci sono dei “distrattivi” (come balle di fieno e spruzzi d’acqua) che consentono all’animale di distrarsi e, di conseguenza, di rilassarsi.

Tutte queste accortezze hanno lo scopo di diminuire lo stress dell’animale e aumentarne il benessere, aspetto che influisce sulla qualità della carne e sul suo sapore.

Questo tipo di gestione è più rispettosa del territorio e della vegetazione dal momento che i pastori fanno spostare gli animali a rotazione per evitare di compromettere la natura.

Tutti questi elementi influiscono sul sapore della carne: infatti, la riduzione dello stress ossidativo influisce sul benessere psicofisico, garantendo un prodotto di una qualità superiore.

Noi di Ferri Group, grazie alla nostra solida esperienza nel settore della carne, abbiamo elaborato un sistema di allevamento in grado di assicurare degli standard unici di benessere animale.

I nostri maiali Tigrinto vengono allevati al pascolo, rispettando la sostenibilità del territorio, e seguono una dieta elaborata in collaborazione con esperti delle Università di Pisa e di Bologna ricca di Omega 3 vegetali.

Il risultato di tutto questo? La qualità di Tigrinto è costante: la carne è uniforme, il rapporto grasso/magro non cambia da maiale a maiale, il gusto è sempre eccellente e non si stringe in cottura.

Per farti provare questa qualità di cui andiamo fieri abbiamo pensato di proporti i voucher Tigrinto che comprendono un assortimento di referenze Tigrinto e dei materiali per spingere le tue vendite.

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Oggi ti parlo della moda, se così possiamo chiamarla, più importante del momento per chi lavora in macelleria.

Sto parlando del trend del BBQ.

Chi si appassiona al BBQ non va in supermercato a prendere le prime costine che trova a basso prezzo, perché vuole essere certo di acquistare una carne che si esalti con la cottura e che sia quindi eccellente.

Quali caratteristiche deve avere questa carne? Deve avere un’alta qualità del grasso.

Ti svelo un segreto: il gusto eccezionale di Tigrinto è dovuto anche all’elevatissima qualità del suo grasso, che lo rende perfetto sia per una braciola cotta ai ferri che per le cotture lente al BBQ.

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Oggi ti voglio parlare del cliente tipo della tua macelleria, vale a dire il consumatore di carne italiano.

Conoscerlo meglio ti permetterà infatti di sapere cosa offrire nella tua macelleria per attirare più clienti.

Gli italiani sono propensi a spendere di più per la carne a patto di essere sicuri di acquistare un prodotto di alta qualità. E non solo quando mangiano al ristorante, ma anche quando cucinano a casa!

Ecco quindi quello che devi offrire ai tuoi clienti per spingerli all’acquisto:

  • una carne che provenga da una filiera corta ed etica, che faccia cioè attenzione al benessere animale e alla sostenibilità;
  • una carne certificata, che faccia sentire sicuro chi la mangia;
  • una carne dal gusto eccellente, perché chi decide di spendere per acquistarla vuole una gratificazione, cioè vuole godersi al massimo quello che mangia.

Solitamente queste caratteristiche che ti ho appena elencato vengono associate alla carne di manzo, ma oggi non è solo così: questi sono vantaggi che può offrire anche la carne di maiale firmata Tigrinto.

Infatti Tigrinto nasce da un progetto che combina benessere animale, sostenibilità ambientale e alimentazione equilibrata.

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L’attenzione verso la qualità di vita degli animali da allevamento non è solo una prerogativa di animalisti e vegetariani. Sempre più persone, infatti, sono consapevoli della necessità di garantire il massimo rispetto agli animali allevati per il consumo umano, sia per motivi etici che per la sicurezza di tutti: l’EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare istituita dall’UE, afferma sul suo sito web che “La sicurezza della filiera è direttamente connessa al benessere degli animali… dati gli stretti legami (tra)… salute degli animali e malattie di origine alimentare”.

Le voci che si levano in difesa del benessere animale sono molteplici e di diverso tipo, annoverando ad esempio l’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE), l’UE e anche, in Italia, Slow Food. La Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus ha infatti pubblicato un documento di posizione che si intitola Oltre il benessere: gli animali d’allevamento meritano rispetto, nel quale evidenzia le criticità dell’allevamento intensivo e presenta i vantaggi di un modello molto più attento alla qualità di vita dell’animale e all’impatto sull’uomo e sull’ambiente.

Questo modello di allevamento virtuoso è il pascolo.

La situazione del pianeta

Nel documento di Slow Food è presente una panoramica che chiarisce molto bene l’impatto dell’allevamento sulla Terra: in questo momento, il 60% dei mammiferi presenti sul nostro pianeta è composto dagli animali d’allevamento. Nel 2050 si stima che la popolazione mondiale avrà raggiunto i 9,6 milioni di persone, e che la domanda di carne salirà del 58%. Per i suini, si passerà dalle 100 tonnellate del 2005 a 143 tonnellate. Ecco spiegato, secondo il documento Slow Food, perché i Paesi si rivolgono sempre di più all’allevamento intensivo.

Qual è l’impatto dell’allevamento intensivo sul territorio e sulla salute?

Il rapporto FAO’s Work On Climate Change del 2018 dice che il sistema zootecnico produce a livello globale il 14,5% dei gas serra. Di questa percentuale, il 9% è legato all’allevamento suino. E c’è un tema che va tenuto particolarmente in considerazione: il 60% delle malattie infettive che emergono è composto da patologie trasmesse dall’animale all’uomo. Ci sono virus che si sviluppano nella fauna selvatica, e di mutazione in mutazione raggiungono l’uomo. Gli allevamenti intensivi, che ospitano tantissimi animali con un profilo genetico molto poco variabile, sono luoghi in cui potenzialmente questi virus possono diffondersi in modo molto rapido (secondo uno studio apparso sulla rivista Nature, Global trends in emerging infectious diseases).

Esiste un legame tra sostenibilità e benessere animale

L’Assemblea sull’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEA) ha approvato una risoluzione che riconosce il legame tra ambiente, sviluppo sostenibile e benessere degli animali. Sai qual è l’elemento chiave di ogni tipo di allevamento? Il suolo, da cui nascono erbe e fieno e del quale è fondamentale preservare fertilità e biodiversità.

Questo elemento è difeso e gestito con attenzione in un preciso tipo di allevamento: il pascolo. Questa pratica, sempre secondo il documento Slow Food, supporta la biodiversità e protegge la salute delle falde acquifere. Ma c’è un ma: nel mondo il terreno riservato al pascolo si è ridotto nell’ultimo secolo di circa 8 milioni di km2, mentre le produzioni animali sono cresciute.

Il pascolo ha un ruolo importante anche nel contrasto della crisi climatica, perché ci sono studi (come quello di Hopkins e Del Prado del 2007) che indicano che è in grado di favorire lo stoccaggio del carbonio nel suolo anche più delle foreste, e che non lo liberano. Grazie a questo effetto, i pascoli potrebbero addirittura compensare le emissioni prodotte dagli animali!

Il maiale allevato al pascolo

L’animale che si trova in un ambiente ricco di biodiversità recupera una facoltà importante, quella di scegliere. E la esercita, nel caso dei suini, grufolando liberamente e comportandosi in base alla propria natura e alla stagione. Gli animali d’allevamento sono infatti sociali, e la vita di gruppo per loro è un’esigenza, che in un pascolo gestito con attenzione può svolgersi in maniera armonica e serena, gratificando i suini e promuovendo per loro uno stile di vita più attivo e appagante. È possibile anche intrattenere gli animali con spruzzi d’acqua che li rinfrescano d’estate e creare per loro dei ripari naturali per l’inverno. L’allevatore inoltre contribuisce ad evitare le situazioni di conflitto, garantendo per tutti i suini l’accesso a una quantità di cibo e acqua sufficiente, oltre che alle aree in cui riposare e distrarsi.

Esistono suini allevati in questo modo in Italia? Certo: Tigrinto è un progetto d’allevamento innovativo e orientato al massimo benessere animale. Oltre ad essere allevato al pascolo, ogni maiale Tigrinto viene nutrito con una dieta elaborata appositamente per garantirgli un corretto apporto di Omega 3 vegetali.

Per questo le carni Tigrinto hanno un sapore e una compattezza difficili da eguagliare, e provengono da una filiera gestita con la massima attenzione alla sostenibilità.

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